Cerchi il vino Aglianico vinosia in offerta a Ottobre 2024? Probabilmente sai già che di Aglianico vinosia ne esistono di diverse tipologie (Aglianico del Vulture, Aglianico del Taburno, Aglianico Pugliese, Campano, ecc.) ed è prodotto da numerose cantine (es. Cantine del Notaio, Basilisco, Elena Fucci, Paternoster, ecc.).
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Vino Aglianico vinosia (o simili): elenco delle offerte di Ottobre 2024
- Zona di produzione: Venosa (pz) ? Basilicata - Uve:
- Affinamento: in botti di rovere per circa 12 mesi. - Colore: Rosso
- Al naso: Bouquet vinoso con profumo delicato di ribes, moderatamente speziato - Al palato: Sapore asciutto, sapido e persistente, molto gradevole nella sua armonia.
- Temperatura di servizio: 16-18 - Abbinamenti gastronomici: arrosti, primi piatti tipici della cucina mediterranea, cacciagione e formaggi stagionati.
- Grado alcolico: 14% vol
- Vino rosso Aglianico
- Colore rosso rubino intenso
- Abbinamenti consigliati: primi piatti, arrosti di carni rosse e bianche, formaggi a pasta dura
- Servire a 18°C
- Faremo il possibile per consegnarti questo prodotto ad almeno 45 giorni dalla scadenza
- vino rosso Aglianico
- Gradazione 12%
- VinificazioneMacerazione a temperatura controllata per 10/15 giorni e affinamento in contenitori di acciaio
- Temperatura di servizioAmbiente
- AbbinamentiPietanze di carne rossa, formaggi stagionati e cacciagione
- Vino Rosso
- Regione di Provenienza: Basilicata
- Vitigno: Aglianico
- Aromi: Frutti Rossi, Speziato
- Abbinamenti Consigliati: Carni Rosse
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Origini dell’Aglianico
Le origini della vite stessa e del suo nome non sono chiare. Tradizionalmente, si pensa che la vite abbia avuto origine in Grecia, prima coltivata dai Focesi da un vitigno ancestrale non identificato; fu poi portata a Cuma, vicino all’odierna Pozzuoli, da coloni greci nell’VIII secolo a.C., e da lì si diffuse nell’Italia meridionale. Tuttavia, l’analisi moderna del DNA dell’Aglianico non supporta questo punto di vista, rivelando scarsa relazione con altri vitigni greci. Anche la sua discendenza rimane sconosciuta, il che implica che è probabile che sia endemico della sua regione. Se l’Aglianico è stato importato in Italia dalla Grecia, non sono persistiti gli impianti originali greci.
Il nome appare per la prima volta per iscritto in versione femminile plurale nel 1520 come “Aglianiche”, e persistono diverse teorie etimologiche. Il nome può essere una variante di vitis hellenica (latino per “vite greca”), o di Apulianicum, il nome latino di tutta l’Italia meridionale ai tempi dell’antica Roma. Tuttavia, poiché non esiste alcuna traccia del nome Aglianico anche prima della conquista spagnola del XV secolo dell’Italia meridionale, un’altra possibile origine del nome è quella di llano (in spagnolo “pianura”), che indica un vitigno coltivato in pianura.
L’enologo Denis Dubourdieu ha detto che “l’Aglianico è probabilmente l’uva con la più lunga storia di consumo”, sostenendo che l’Aglianico era usato per produrre il vino falerniano famoso in epoca romana. Insieme al Greco bianco (oggi conosciuto come Greco di Tufo), l’uva rossa della regione era considerata favorevolmente da Plinio il Vecchio. Tracce della vite sono state trovate in Molise, in Puglia, e anche nell’isola di Procida vicino a Napoli, anche se non è più ampiamente coltivata in quei luoghi.
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