Barolo fontanafredda 2015

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Vino Barolo fontanafredda 2015 (o simili): elenco delle offerte di Settembre 2023

Bestseller n. 1
Barolo DOCG Proprietà in Fontanafredda Fontanafredda 2015 0,75 L
  • Il Barolo Proprietà in Fontanafredda sorge nei filari dall'omonimo cru Fontanafredda, situato al confine tra i terreni elveziani e tortoniani della DOCG Barolo
  • Si caratterizza per un colore rosso granato di media intensità, con riflessi rubino. All'olfatto dona un profumo ricco e avvolgente di frutta rossa, arricchite da eleganti note di viola. In bocca si rivela fresco e fruttato, con tannini compatti e ben levigati che accompagnano verso un finale gradevolmente lungo e persistente.
  • Si sposa alla perfezione con carni rosse e formaggi di stagionatura medio-lunga
Bestseller n. 4
2 BOTTIGLIE BAROLO DOCG 2015 Lebon Vino Rosso - pregiata etichetta in sughero - PROMO (2x750 ml)
2 Recensioni
2 BOTTIGLIE BAROLO DOCG 2015 Lebon Vino Rosso - pregiata etichetta in sughero - PROMO (2x750 ml)
  • Un progetto ed un packaging innovativi. Barolo DOCG LEBON, prodotto sulle colline di Serralunga d’Alba (Cuneo), vino di altissima qualità e bottiglia prestigiosa
  • Presenta un colore rosso intenso con lievi sfumature aranciate. Profumo delicato ma persistente di sottobosco, tartufo bianco, goudron, liquirizia, spezie, caffè e scatola di sigari. Gusto corposo, delicato e con forte personalità
  • Conveniente confezione da 2 bottiglie
  • Questo vino accompagna perfettamente formaggi stagionati, carni rosse alla griglia, selvaggina, piatti ai funghi, primi e secondi anche di cucina internazionale
  • Si consiglia una temperatura di servizio di 20-22°C
Bestseller n. 5
Barolo Fontanafredda 2017 DOCG 750ml + ASTUCCIO
  • Vinificazione: la fermentazione è di tipo tradizionale, effettuata in tini di acciaio inox a cappello galleggiante, con una durata media di 10-12 giorni a temperatura controllata (30-31 °C) e con frequenti rimontaggi. Segue una permanenza del mosto sulle bucce per qualche giorno, per ottimizzare la fase di estrazione delle sostanze polifenoliche e per favorire l'avvio della successiva fermentazione malolattica.
  • Affinamento: almeno due anni vengono trascorsi nelle grandi botti di rovere (di Slavonia e della Francia centrale). Segue poi l'imbottigliamento e un affinamento in bottiglia che non è mai inferiore ai 12 mesi.
  • Il frutto del lungo affinamento, grazie soprattutto alle doti naturali di questo prodotto, si sostanzia in un vino ricco di struttura, pieno e robusto, in grado di resistere bene negli anni.
  • Nel calice, il Barolo è vino affascinante sin dal colore, rosso rubino con riflessi granati che, col tempo, si fanno aranciati. Il profumo è netto e intenso, ampio, con sentori tipicamente di fiori appassiti, spezie, foglie secche e sottobosco.
  • Ideale l'accostamento a piatti di carni rosse, più o meno importanti a seconda dell'annata, e a formaggi di media o lunga stagionatura, ma può piacevolmente anche accompagnare l'amichevole conversare di fine pasto.
Bestseller n. 6
Barolo Docg Bussia 2015 Cantine Moscone 0,75 lt vino rosso
  • SALDI Il Barolo Bussia nasce da vigneti collocati nell'omonima area particolarmente pregiata delle Langhe tra Monforte d’Alba e Barolo. Caratteristica di rilievo per la coltivazione di questo vino rosso dal tratto ricco di corposità e di sapidità
  • Ideale da abbinare a piatti a base di selvaggina, carni rosse, formaggi stagionati
  • Colore: rosso granato intenso. Profumo: Intenso di frutta rossa in confettura e frutti di bosco, aromi floreali di rosa appassita e viola, seguiti da sentori più complessi di spezie, liquirizia, cuoio e sottobosco. Sapore: Avvolgente, elegante. Lunga persistenza nella beva, complici i tannini levigati e armonici. Il grado alcolico è ben bilanciato da una sorprendente freschezza, indice della sua grande capacità d’invecchiamento
  • Servire a 18-20° C dopo averlo decantato per almeno mezz'ora
  • Adatto al consumo per vegetariani e vegani
Bestseller n. 8
Fontanafredda Serralunga D'Alba Barolo Docg Vino Rosso - 750 ml
3 Recensioni
Fontanafredda Serralunga D'Alba Barolo Docg Vino Rosso - 750 ml
  • Il colore è rosso granato con riflessi rubini
  • Naso netto e intenso con sentori di vaniglia, spezie
  • Corposo, vellutato e ben equilibrato
  • Secco, morbido, vellutato, armonico
  • Ideale con grandi piatti di carne rossa
Bestseller n. 9
2 bottiglie pregiati vini rossi: 1 bottiglia di Barolo Docg Lebòn 2015 + 1 bottiglia di Barbaresco Docg Lebòn 2019 con raffinata etichetta in sughero (2x750ml) - PROMO PASQUA
3 Recensioni
2 bottiglie pregiati vini rossi: 1 bottiglia di Barolo Docg Lebòn 2015 + 1 bottiglia di Barbaresco Docg Lebòn 2019 con raffinata etichetta in sughero (2x750ml) - PROMO PASQUA
  • Le 2 iconiche bottiglie di Lebòn con raffinata ed esclusiva etichetta in sughero: Barolo Docg 2015 e Barbaresco Docg 2019. I due vini piemontesi più prestigiosi in una veste innovativa
  • Esclusiva per Wines-Italy
  • Abbinamenti consigliati: carni rosse, formaggi stagionati, bolliti misti, arrosti, piatti a base di funghi e tartufi, cacciagione e selvaggina
  • Vini adatti al consumo per vegetariani e vegani
  • Si consiglia di far decantare i vini per circa 30-60 minuti e servire ad una temperatura di 18-20° C.

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Origini del Barolo

Fino a poco tempo fa si credeva che fino alla metà dell’Ottocento il Barolo fosse stato un vino dolce. Ciò era attribuito al fatto che la maturazione dell’uva nebbiolo a fine ottobre significava un costante abbassamento delle temperature al momento della vendemmia. Entro novembre e dicembre, le temperature in Piemonte sarebbero state abbastanza fredde da arrestare la fermentazione, lasciando una notevole quantità di zuccheri residui nel vino. Un’altra credenza popolare era che a metà del XIX secolo, Camillo Benso, conte di Cavour, il sindaco di Grinzane Cavour, invitò l’enologo francese Louis Oudart nella regione del Barolo per migliorare le tecniche di vinificazione dei produttori locali. Utilizzando tecniche mirate a migliorare l’igiene della cantina, Oudart è stato in grado di far fermentare il mosto di nebbiolo completamente asciutto, realizzando il primo Barolo moderno. Questo nuovo vino rosso “secco” divenne ben presto uno dei preferiti dalla nobiltà torinese e dai Savoia, dando origine alla descrizione popolare del Barolo come “il vino dei re, il re dei vini”.

L’idea che il Barolo fosse un vino dolce e che ci volesse un enologo francese per trasformarlo in un vino secco è stata recentemente messa in discussione, sulla base di nuove ricerche, da Kerin O’Keefe. Secondo questa revisione della storia del Barolo, Paolo Francesco Staglieno è stato responsabile della moderna versione secca. Fu autore di un manuale di enologia, Istruzione intorno al miglior metodo di fare e conservare i vini in Piemonte, pubblicato nel 1835. Fu Staglieno ad essere chiamato da Camillo Benso, conte di Cavour, che lo nominò enologo nella sua tenuta di Grinzane tra il 1836 e il 1841. Il compito di Staglieno era quello di produrre vini di qualità, orientati all’invecchiamento e abbastanza stabili da poter essere esportati. Staglieno faceva fermentare i vini a secco, cosa che all’epoca veniva chiamata “metodo Staglieno”. Oudart era un commerciante di uva e vino, non un enologo, che all’inizio dell’Ottocento si trasferì a Genova e fondò una cantina, la Maison Oudard et Bruché. Quando Oudart arrivò ad Alba, il re Carlo Alberto e Cavour stavano già seguendo le linee guida di Staglieno ed entrambi producevano vini secchi. Questa versione riveduta della storia del Barolo fu accolta positivamente da altri esperti.

A metà del XX secolo la produzione di vino nella zona del Barolo era dominata da grandi commercianti che acquistavano uve e vini da tutta la zona e li miscelavano. Negli anni ’60, i singoli proprietari iniziarono a imbottigliare in azienda e a produrre i vini dei singoli vigneti delle loro aziende. Negli anni ’80 si è avuta un’ampia gamma di imbottigliamenti di singoli vigneti, che ha portato ad una discussione tra i produttori della regione sulla prospettiva di sviluppare una classificazione Cru per i vigneti della zona. La catalogazione dei vigneti del Barolo ha una lunga storia che risale a Lorenzo Fantini alla fine dell’Ottocento e a Renato Ratti e Luigi Veronelli alla fine del Novecento, ma dal 2009 non esiste ancora una classificazione ufficiale all’interno della regione, ma nel 1980 la regione nel suo complesso è stata elevata a DOCG. Insieme al Barbaresco e al Brunello di Montalcino, il Barolo è stata una delle prime regioni vinicole italiane ad ottenere questa denominazione.

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