Cerchi il vino Barolo la morra in offerta a Marzo 2025? Probabilmente sai già che di Barolo la morra ne esistono di diverse tipologie ed è prodotto da numerose cantine (es. Marchesi di Barolo, Fontanafredda, I Poderi Einaudi, ecc.).
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Vino Barolo la morra (o simili): elenco delle offerte di Marzo 2025
- CARATTERI DISTINTIVI: Un Barolo adatto a tutto il pasto, che riecheggia i classici profumi floreali del Cru Brunate. Un Cru dalle spiccate sensazioni tanniche, capace di conservare freschezza e donare maturità organolettica nelle giuste occasioni.
- VINIFICAZIONE: Le uve di Nebbiolo, raccolte manualmente nella prima metà di ottobre, vengono diraspate, macerate e lasciate in fermentazione sulle bucce per almeno 10-12 giorni in vasche di acciaio, a temperatura controllata, con periodici rimontaggi. La maturazione avviene in botti di rovere di Slavoni, dopodiché l’affinamento prosegue in bottiglia.
- VITIGNI: Considerato il "Re dei vini", deriva dalla vinificazione delle uve Nebbiolo in purezza. La buccia sottile, un lungo ciclo vegetativo, il colore scarico e una nobile astringenza sono le caratteristiche varietali predominanti in Piemonte
- TERRITORIO: Brunate interpreta magistralmente le marne blu di provenienza, arricchendo la propria intensità di leggiadri sentori floreali e richiamando il frutto maturo al palato. Un Barolo dalle molteplici espressioni, scorrevole e immediato, interpretazione vera del Cru di La Morra.
- BRAND: Esperienza umana, tradizione, ricerca, innovazione: grazie ai valori fondanti dell’azienda vitivinicola Batasiolo, l’arte millenaria della produzione del vino diventa eccellenza contemporanea.
- Vitigno: Nebbiolo
- Colore: Rosso granato con sfumature arancio mattone che si intensificano col passare del tempo
- Profumo: Intenso e complesso ma delicato ed etereo allo stesso tempo
- Gusto: caldo, pieno e asciutto
- Abbinamenti: carne di manzo, selvaggina e stufati, bistecca, agnello, vitello, coniglio, cinghiale e cervo, ideale con formaggi di media o vecchia stagionatura
- BAROLO DOCG SANT'ANNA RISERVA: vino rosso pregiato prodotto dalla Tenuta L’Illuminata a La Morra (CN), ottenuto esclusivamente da uve Nebbiolo 100%.
- VINO PIEMONTESE: Nebbiolo coltivato su terreni calcarei franco-sabbiosi di origine miocenica, altitudine 250 m s.l.m., esposizione sud-ovest. Gradazione %: 14,5
- AFFINATO IN BOTTI DI ROVERE: L’affinamento è per i primi 12 mesi in carati di rovere francese di cui 50% nuovi e 50% di un anno, di altri 24 mesi in botti di rovere di Slavonia ed infine di 12 mesi in bottiglia. Gradazione alcolica equilibrata.
- PIENO E ARMONICO: Colore rosso granato intenso con riflessi aranciati; note di violetta, vaniglia, ciliegia e spezie; gusto pieno e armonico. Finale persistente con note floreali e di liquirizia.
- IDEALE CON CARNI E FORMAGGI: Eccellente con carni rosse, selvaggina, arrosti e formaggi stagionati; ideale per accompagnare momenti conviviali o degustazioni eleganti.
- Il Re dei vini, per Bosca, ha un’aria meravigliosamente familiare. Perché le sue uve arrivano dai comuni di La Morra e/o di Monforte: in ogni caso dalle vigne dell’azienda agricola di famiglia.
- COLORE. Rosso granato con riflessi aranciati
- SENTORI. Vinoso con note di legno, elegante
- SAPORE. Di corpo e di ottima alcolicità, rotondo, ricco di tannini, elegante
- TIPOLOGIA. Vino rosso fermo
- Caratteri Distintivi: il Barolo Chinato è un elegante vino da meditazione, dal colore rosso granato con riflessi color mattone. Tra i sentori olfattivi spiccano intensi profumi di spezie ed erbe, chiodi di garofano, rabarbaro; al palato conferma le note olfattive e completa il ventaglio aromatico con frutta secca, cacao e caramello. Etereo, vellutato, armonico e dal finale tipicamente amarognolo
- Vinificazione: La produzione del Barolo Chinato segue la classica procedura del Barolo tradizionale di Batasiolo, al quale viene aggiunto un infuso a base di corteccia di china calissaia, spezie ed erbe aromatiche
- Vitigni: Una storia che risale agli albori del ‘900, quando grazie a Giuseppe Cappellano le riserve di Barolo invecchiate per almeno 10 anni cominciarono ad essere utilizzate per la produzione di questo fine pasto. I tannini ormai vellutati e l’acidità non più prorompente si integrano alla perfezione con l’infuso aromatico e fanno del Barolo Chinato, con il Vermouth, un vino aromatizzato territoriale e orgogliosamente caratteristico
- Territorio: La nomenclatura spesso non lascia spazio ad interpretazioni: questo vino aromatizzato è originario delle Langhe
- Brand: Esperienza umana, tradizione, ricerca, innovazione: grazie ai valori fondanti dell’azienda vitivinicola Batasiolo, l’arte millenaria della produzione del vino diventa eccellenza contemporanea.
- RENATO CORINO Barolo del Comune di La Morra 2016
- 0,75 l bottle
- Torlasco è l'essenza della tradizione vitivinicola piemontese. I capolavori storici del terroir sono stati reinterpretati per soddisfare i mercati più esigenti e i palati più esigenti.
- L'unicità dell'immagine del Torlasco i vini sono rappresentati da una famiglia di personaggi storici che probabilmente hanno avuto a che fare con la lunga storia della famiglia Bosca.
- Torlasco Il Barolo DOCG, il vino più iconico del Piemonte, stimato e apprezzato in tutto il mondo, è un vino rosso corposo affinato in rovere per tre anni
- È un Barolo di grande struttura, equilibrato con tannini vellutati, da gustare con carni rosse, arrosti, selvaggina, formaggi stagionati.
- Barolo Docg
- Gradazione %: 15,0
- Vitigno Principale: Nebbiolo
- Colore: Rosso
- Comune: La Morra
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Origini del Barolo
Fino a poco tempo fa si credeva che fino alla metà dell’Ottocento il Barolo fosse stato un vino dolce. Ciò era attribuito al fatto che la maturazione dell’uva nebbiolo a fine ottobre significava un costante abbassamento delle temperature al momento della vendemmia. Entro novembre e dicembre, le temperature in Piemonte sarebbero state abbastanza fredde da arrestare la fermentazione, lasciando una notevole quantità di zuccheri residui nel vino. Un’altra credenza popolare era che a metà del XIX secolo, Camillo Benso, conte di Cavour, il sindaco di Grinzane Cavour, invitò l’enologo francese Louis Oudart nella regione del Barolo per migliorare le tecniche di vinificazione dei produttori locali. Utilizzando tecniche mirate a migliorare l’igiene della cantina, Oudart è stato in grado di far fermentare il mosto di nebbiolo completamente asciutto, realizzando il primo Barolo moderno. Questo nuovo vino rosso “secco” divenne ben presto uno dei preferiti dalla nobiltà torinese e dai Savoia, dando origine alla descrizione popolare del Barolo come “il vino dei re, il re dei vini”.
L’idea che il Barolo fosse un vino dolce e che ci volesse un enologo francese per trasformarlo in un vino secco è stata recentemente messa in discussione, sulla base di nuove ricerche, da Kerin O’Keefe. Secondo questa revisione della storia del Barolo, Paolo Francesco Staglieno è stato responsabile della moderna versione secca. Fu autore di un manuale di enologia, Istruzione intorno al miglior metodo di fare e conservare i vini in Piemonte, pubblicato nel 1835. Fu Staglieno ad essere chiamato da Camillo Benso, conte di Cavour, che lo nominò enologo nella sua tenuta di Grinzane tra il 1836 e il 1841. Il compito di Staglieno era quello di produrre vini di qualità, orientati all’invecchiamento e abbastanza stabili da poter essere esportati. Staglieno faceva fermentare i vini a secco, cosa che all’epoca veniva chiamata “metodo Staglieno”. Oudart era un commerciante di uva e vino, non un enologo, che all’inizio dell’Ottocento si trasferì a Genova e fondò una cantina, la Maison Oudard et Bruché. Quando Oudart arrivò ad Alba, il re Carlo Alberto e Cavour stavano già seguendo le linee guida di Staglieno ed entrambi producevano vini secchi. Questa versione riveduta della storia del Barolo fu accolta positivamente da altri esperti.
A metà del XX secolo la produzione di vino nella zona del Barolo era dominata da grandi commercianti che acquistavano uve e vini da tutta la zona e li miscelavano. Negli anni ’60, i singoli proprietari iniziarono a imbottigliare in azienda e a produrre i vini dei singoli vigneti delle loro aziende. Negli anni ’80 si è avuta un’ampia gamma di imbottigliamenti di singoli vigneti, che ha portato ad una discussione tra i produttori della regione sulla prospettiva di sviluppare una classificazione Cru per i vigneti della zona. La catalogazione dei vigneti del Barolo ha una lunga storia che risale a Lorenzo Fantini alla fine dell’Ottocento e a Renato Ratti e Luigi Veronelli alla fine del Novecento, ma dal 2009 non esiste ancora una classificazione ufficiale all’interno della regione, ma nel 1980 la regione nel suo complesso è stata elevata a DOCG. Insieme al Barbaresco e al Brunello di Montalcino, il Barolo è stata una delle prime regioni vinicole italiane ad ottenere questa denominazione.
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