Barolo monvigliero

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Vino Barolo monvigliero (o simili): elenco delle offerte di Giugno 2023

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FRATELLI ALESSANDRIA Monvigliero Barolo 2017
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FRATELLI ALESSANDRIA Monvigliero Barolo 2007
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Batasiolo, BAROLO DOCG BOSCARETO 2014, Vino Rosso Fermo Secco Barolo dal Vigneto di Serralunga, Sapore Tannico, Fruttato e Strutturato
  • Caratteri Distintivi: Barolo Boscareto è un chiaro esempio di quanto il Barolo di Serralunga resti un vero asso nel tempo. Potenza e fascino per i pasti , seppur notevole spunto di meditazione, unito al tradizionale tocco della botte di rovere
  • Vinificazione: Le uve di Nebbiolo, raccolte manualmente nella seconda metà di ottobre dal vigneto Boscareto in Serralunga, vengono diraspate, macerate e lasciate in fermentazione sulle bucce per almeno 10-12 giorni in vasche di acciaio a temperatura controllata, con periodici rimontaggi. L’affinamento avviene in botti di rovere di Slavonia per almeno due anni, dopodiché l’affinamento prosegue in bottiglia
  • Vitigni: Considerato il "Re dei vini", deriva dalla vinificazione delle uve Nebbiolo in purezza all'interno degli undici comuni destinati
  • In pensano che il suo nome derivi dalle “nebbie” che in autunno ricoprono i vigneti al momento del raccolto. La buccia sottile, un ciclo vegetativo in vigna lungo, il colore scarico e una nobile astringenza sono le caratteristiche varietali predominanti per il simbolo del Piemonte e dell'Italia nel mondo
  • Territorio: Dalle pTerritorio: Un esempio di quanto le alture meridionali di Serralunga occupino un posto nella vinificazione del Barolo. Tradizione e austerità, freschezza e tannicità, sono soltanto alcuni di una lunga serie di descrittori che fanno di questo vino un amante spietato, irresistibile nel suo legame territoriale seppur in grado di farsi attendere in eterno
Bestseller No. 6
Barolo DOCG, Torlasco - 750 ml
324 Recensioni
Barolo DOCG, Torlasco - 750 ml
  • Aroma pieno, intenso ed equilibrato per il re dei rossi piemontesi
  • Note di frutti rossi, grande struttura, gusto vellutato, austero ed equilibrato
  • Nebbiolo 100% coltivato negli 11 comuni di barolo e monforte
  • Abbinamento consigliato: primi piatti, secondi piatti e carni rosse
  • 100% Nebbiolo nelle vairetà Lampia, Rosè e Michet
Bestseller No. 9
Lo Zoccolaio Cassetta Legno - Vino Rosso - Barbera D'Alba+Langhe Rosso+Barolo 3 Bottiglie x 750ml
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Lo Zoccolaio Cassetta Legno - Vino Rosso - Barbera D'Alba+Langhe Rosso+Barolo 3 Bottiglie x 750ml
  • Collezione di vini prodotti con una selezione di vitigne italiane
  • Ottima idea regalo per appassionati
  • Viene fornito in una cassetta di legno
  • Perfetto con piatti regionali pregiati, arrosti e formaggi stagionati
OffertaBestseller No. 10
Lo Zoccolaio Barolo DOCG + Cassa Legno 1 X 750 ml
94 Recensioni
Lo Zoccolaio Barolo DOCG + Cassa Legno 1 X 750 ml
  • Vitigno: Nebbiolo
  • Colore: Rosso granato con sfumature arancio mattone che si intensificano col passare del tempo
  • Profumo: Intenso e complesso ma delicato ed etereo allo stesso tempo
  • Gusto: caldo, pieno e asciutto
  • Abbinamenti: carne di manzo, selvaggina e stufati, bistecca, agnello, vitello, coniglio, cinghiale e cervo, ideale con formaggi di media o vecchia stagionatura

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Origini del Barolo

Fino a poco tempo fa si credeva che fino alla metà dell’Ottocento il Barolo fosse stato un vino dolce. Ciò era attribuito al fatto che la maturazione dell’uva nebbiolo a fine ottobre significava un costante abbassamento delle temperature al momento della vendemmia. Entro novembre e dicembre, le temperature in Piemonte sarebbero state abbastanza fredde da arrestare la fermentazione, lasciando una notevole quantità di zuccheri residui nel vino. Un’altra credenza popolare era che a metà del XIX secolo, Camillo Benso, conte di Cavour, il sindaco di Grinzane Cavour, invitò l’enologo francese Louis Oudart nella regione del Barolo per migliorare le tecniche di vinificazione dei produttori locali. Utilizzando tecniche mirate a migliorare l’igiene della cantina, Oudart è stato in grado di far fermentare il mosto di nebbiolo completamente asciutto, realizzando il primo Barolo moderno. Questo nuovo vino rosso “secco” divenne ben presto uno dei preferiti dalla nobiltà torinese e dai Savoia, dando origine alla descrizione popolare del Barolo come “il vino dei re, il re dei vini”.

L’idea che il Barolo fosse un vino dolce e che ci volesse un enologo francese per trasformarlo in un vino secco è stata recentemente messa in discussione, sulla base di nuove ricerche, da Kerin O’Keefe. Secondo questa revisione della storia del Barolo, Paolo Francesco Staglieno è stato responsabile della moderna versione secca. Fu autore di un manuale di enologia, Istruzione intorno al miglior metodo di fare e conservare i vini in Piemonte, pubblicato nel 1835. Fu Staglieno ad essere chiamato da Camillo Benso, conte di Cavour, che lo nominò enologo nella sua tenuta di Grinzane tra il 1836 e il 1841. Il compito di Staglieno era quello di produrre vini di qualità, orientati all’invecchiamento e abbastanza stabili da poter essere esportati. Staglieno faceva fermentare i vini a secco, cosa che all’epoca veniva chiamata “metodo Staglieno”. Oudart era un commerciante di uva e vino, non un enologo, che all’inizio dell’Ottocento si trasferì a Genova e fondò una cantina, la Maison Oudard et Bruché. Quando Oudart arrivò ad Alba, il re Carlo Alberto e Cavour stavano già seguendo le linee guida di Staglieno ed entrambi producevano vini secchi. Questa versione riveduta della storia del Barolo fu accolta positivamente da altri esperti.

A metà del XX secolo la produzione di vino nella zona del Barolo era dominata da grandi commercianti che acquistavano uve e vini da tutta la zona e li miscelavano. Negli anni ’60, i singoli proprietari iniziarono a imbottigliare in azienda e a produrre i vini dei singoli vigneti delle loro aziende. Negli anni ’80 si è avuta un’ampia gamma di imbottigliamenti di singoli vigneti, che ha portato ad una discussione tra i produttori della regione sulla prospettiva di sviluppare una classificazione Cru per i vigneti della zona. La catalogazione dei vigneti del Barolo ha una lunga storia che risale a Lorenzo Fantini alla fine dell’Ottocento e a Renato Ratti e Luigi Veronelli alla fine del Novecento, ma dal 2009 non esiste ancora una classificazione ufficiale all’interno della regione, ma nel 1980 la regione nel suo complesso è stata elevata a DOCG. Insieme al Barbaresco e al Brunello di Montalcino, il Barolo è stata una delle prime regioni vinicole italiane ad ottenere questa denominazione.

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